VideoGiochi maestri di vita?
- Rosa Paola Carfora
- 12 ago 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Può sembrare strano a pensarci, ma credo che ci sia una importante lezione nascosta nella struttura dei videogiochi.
Premetto che a me sono sempre piaciuti molto.

Ho ricevuto la mia prima consolle a 8 anni, si trattava di una Atari fornita di ben 2 giochi tra cui il famosissimo Pac-man.
Non avevo mai visto niente di simile fino ad allora, non fu un regalo richiesto infatti, ma quando mio padre me ne mostro il funzionamento ne rimasi molto affascinata.
Tuttavia le mie prime esperienze nel giocare furono piuttosto fallimentari, ben presto mi stancai e per qualche anno continuai a dedicarmi alle Barbie.
“I videogiochi non influenzano i bambini.
Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione,
staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche
e ascoltando musica elettronica ripetitiva. (Marcus Brigstocke)”
Pochi anni dopo…
Nel ’95 una Nintendo con “Super Mario” entrò a casa mia e tutti i giorni il mio obiettivo consisteva nel raggiungerne l’obiettivo: salvare la principessa prigioniera di un drago al 4° livello dell’8° mondo.
Gli ostacoli da superare erano tanti nel percorso ed aumentavano man mano in quantità ed in qualità, ma superare ogni volta un limite mi dava davvero tanta soddisfazione.
Non ricordo esattamente quanto impiegai a finire il gioco, molti mesi sicuramente ed anche quando riuscii finalmente a salvare la principessa, ero motivata a ricominciare tutto da capo ponendomi nuovi record, ad esempio relative al numero di vite/chances conquistate o innalzare il più possibile il punteggio dello score.
Le similitudini con la vita reale
Come già sapete, dopo alcuni anni, fui travolta da una crisi notevole da cui è scaturito un lunghissimo e lentissimo percorso di conoscenza, consapevolezza e ….alla fin fine…fine…fine alla guarigione!
Durante quegli anni che somigliavano ad un tunnel infinito e buio, gli ostacoli che ho superato sono stati tanti e col passare del tempo, aumentavano in quantità ed intensità, mettendo a durissima prova ogni mia risorsa emotiva, mentale e fisica.
Però, ad ogni piccola e sudatissima conquista, la soddisfazione era davvero tanta e nel voltarmi indietro vedevo le difficoltà superate come equazioni risolte, problemi di cui, una volta compresi i meccanismi, avevo ormai conquistato la chiave per sempre.
Ma come riuscivo a procedere?
Ogni pezzetto di strada percorso richiedeva, a volte, davvero un notevole periodo di tempo, di analisi e riflessioni e conflitti da smontare
Nella pratica spicciola questo si traduce in porte in faccia, portoni in faccia, in muri in faccia e l’accettazione della loro presenza….insomma, ho preso tante musate ed un giorno ho pensato proprio a “Super Mario”.
I voli nel vuoto, le lumachine, i draghetti e i funghetti cattivi, i colpi di cannone, le accette volanti, le sfere infuocate e il mostro lanciafiamme prima di raggiungere la principessa.
E ad ogni errore dovevo ricominciare tutto da capo.
Nella vita reale la situazione è verosimilmente la stessa, ogni giorno affrontiamo nuove sfide ed, in base al nostro livello di consapevolezza ed emotività, saremo in grado di arrivare al traguardo oppure di fermarci a metà strada, ma con il giusto allenamento e la giusta determinazione si può riuscire ad affrontare qualsiasi ostacolo che ci si pone davanti al nostro cammino.
Questo insegnano i videogiochi quindi vi pongo una domanda:
Possibile che “Super Mario” simulasse lo schema della vita reale?
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