Lo scopo delle difficoltà. Parte 1
- Rosa Paola Carfora
- 15 lug 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Mi permetto di parlare di difficoltà in quanto modestamente ne ho dovuto superare una grande quantità. Credo però che questo valga per moltissime persone, anche se a livello superficiale può sembrare che alcuni conducano una vita quasi perfetta (buon per loro!)

Indice
In generale, tutti si lamentano di qualcosa, ma davanti ad alcuni, anni fa, mi capitava di provare un moto di biasimo e rabbia, pensavo: “e questi sarebbero i tuoi problemi??!?”
Ero convinta che in molti, se avessero dovuto affrontare la mia vita al posto mio, forse non sarebbero sopravvissuti.
Questo pensiero a volte, mi dava un po’ di stimolo e di forza per andare avanti, ma oggi, a fronte di una nuova consapevolezza, ho anche un nuovo ed inaspettato punto di vista, ovvero: “Probabilmente Tizio se la sarebbe cavata molto meglio di me, lui al posto mio avrebbe reagito così, mentre io ero incapace di prendere in considerazione quel punto di vista”. E da questa idea è nata una seconda riflessione: ”Forse Tizio sarebbe stato capace di reagire in quel modo perché da bambino ha ricevuto quel genere di esempio da un adulto”.
GLI ESEMPI FANNO LA DIFFERENZA Da bambini siamo tutti più o meno uguali, nel senso che non possiamo decidere o intervenire direttamente sulla nostra vita, ma ci troviamo ad essere gestiti dagli adulti della nostra famiglia e a subire i loro pensieri, le loro re-azioni e le loro decisioni nostro malgrado, da queste traiamo le nostre conclusioni e prendiamo (automaticamente ed inconsapevolmente) gli esempi per affrontare le situazioni della nostra vita da adulti. Può accadere, che seppur da bambini ci si accorga che i “nostri” adulti si comportano in modo sbagliato, in assenza di modelli di riferimento alternativi, ci troviamo a nostra volta, ad affrontare la vita nello stesso modo e con i soli mezzi/esempi che i nostri familiari ci hanno messo a disposizione. E proprio da questo semplice fatto che nascono molte delle differenze che esistono tra ognuno di noi…così c’è chi pensa fin da bambino di poter diventare presidente e chi invece non si sente in grado di affrontare la scuola elementare.
In più ci sono le condizioni economiche che hanno la loro influenza su questi aspetti, c’è chi si domanda dove sia più proficuo o eccitante fare la vacanza studio e chi invece non sa come camuffare una camicia strappata sapendo che non potrà averne una nuova.
Questo per dire, che per raggiungere uno stesso ipotetico obiettivo, ognuno di noi parte da un livello diverso ed inevitabilmente, per raggiungerlo, c’è chi sarà più avvantaggiato rispetto a qualcun altro. E per quanto possa apparentemente sembrare ingiusto è altrettanto naturale.
LA TRAPPOLA DEL BIASIMO
Il biasimo verso il prossimo nasce perché ognuno di noi giudica il resto del mondo solo in base alla propria personale esperienza ed in base a ciò che ha potuto comprendere da essa. E questo vale non solo per il biasimo verso gli altri, ma anche e soprattutto per il biasimo verso sé stessi.
Quando commettiamo l’errore di paragonarci a qualcun altro, che ai nostri nostri occhi ha più successo di noi, capita di provare una grande frustrazione, ci sentiamo inadeguati e possono nascere anche sentimenti negativi come rabbia, inferiorità, invidia, tristezza, biasimo, ecc.
Altre volte sentiamo di dover trovare giustificazioni e tentiamo di dimostrare (a noi e/o agli altri) che in realtà siamo altrettanto degni e capaci, ma raramente ci crediamo davvero. Tutto dipende dagli input e dalle credenze che si sono annidate nella nostra psiche e dalle ferite che ci portiamo dentro, di quando, da bambini, non ci siamo sentiti adeguatamente protetti e supportati dai genitori. Quelle ferite che anche oggi, che i grandi siamo noi, continuano a farci male, spesso senza che noi ce ne accorgiamo.
COME RIMEDIARE?
Ma assunto tutto ciò, cosa possiamo fare per far fronte agli ostacoli che ci troviamo davanti?
Come far fronte alle difficoltà?
Se è vero che ormai il danno è stato fanno durante la nostra infanzia e che siamo più o meno incoscentemente traumatizzati, che speranze abbiamo?
La grande differenza che c’è tra la vita da adulti rispetto a quella da bambini è che oggi, la responsabilità di noi stessi è esclusivamente nostra, quindi la buona notizia è che nessuno può più decidere al nostro posto.
Siamo noi ad essere il nostro più grande ostacolo.
Se continuiamo a re-agire agli eventi semplicemente in modo automatico e istintivo, è inevitabile che si azionino i programmi e le risposte installati durante la nostra infanzia; quindi il primo passo è: OSSERVARE LE NOSTRE REAZIONI, LE NOSTE RISPOSTE AGLI EVENTI. Questo è un lavoro che richiede un grande distacco e grande obiettività.
Possiamo notare che re-agiamo ad un piccolo urto con delle imprecazioni, oppure che, di fronte ad un offesa, offendiamo a nostra volta; o anche che se veniamo contraddetti ci sentiamo feriti … e molte altre cose; ma nello stesso modo possiamo notare che altre persone, nelle stesse identiche situazioni, hanno re-azioni migliori. Se ci impegnassimo a notare queste piccole cose, saremmo in grado di scegliere i nostri nuovi esempi. Potremmo re-imparare dagli altri le cose che non ci hanno mostrato da bambini e così eserciteremmo la grande responsabilità che abbiamo nei nostri confronti. Scegliendo dei nuovi modelli, senza dover imitare, ma con l’umiltà di osservare qualcosa di migliore e provare a farlo nostro.
Commenti