Paura di amare. parte 2
- Rosa Paola Carfora
- 16 set 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Indice
Il rifiuto della responsabilità personale
Un’altra reazione, contraria e contemporanea a quella di cui abbiamo parlato nella parte 1 di questo articolo, è il rifiuto della responsabilità del proprio fallimento, che viene addossata agli altri.
“Se gli altri mi amassero ed accettassero incondizionatamente, permettendomi di essere felice a modo mio e di fare ciò che voglio, sarei perfetto!”
Per cui da un lato si crea l’auto-biasimo e dall’altro incolpiamo gli altri.
Questo concetto sbagliato di felicità genera come conseguenza un concetto sbagliato di amore.
Questo perché il bambino interiore pensa che essere amato corrisponda all’essere sempre accontentato.
In questa visione di amore, vogliamo degli “schiavi” che si arrendano ad ogni nostro desiderio.
Di conseguenza abbiamo paura di amare, perché amando saremmo noi a diventare schiavi.
Se riusciamo a riconoscere in noi queste deviazioni infantili, possiamo anche riconoscere le pretese immature che gli altri avanzano nei nostri confronti. Inoltre possiamo anche cominciare a correggerle.
Procedendo gradualmente sulla strada della crescita e della maturazione, il conflitto tra lo struggente desiderio di amore e la paura di ottenerlo, finalmente si risolverà.
Il desiderio di infelicità
Se siamo guidati dai concetti distorti di amore e felicità appresi durante l’infanzia, diventa impossibile trovare l’appagamento di cui abbiamo bisogno.
E senza un adeguato lavoro su noi stessi, il rischio è quello di cadere nel seguente ragionamento:
”Siccome l’infelicità è inevitabile e mi viene inflitta contro la mia volontà, cercherò di trarne piacere”
Ovvio che tutto questo avviene ad un livello totalmente inconscio.
Ma se analizziamo accuratamente gli eventi dolorosi che ci capitano, notiamo che spesso sono le conseguenze dei nostri modi di agire.
La nostra parte infantile, pur di esercitare il suo dominio, ci guida verso l’auto sabotaggio e la sofferenza, perché è la sola cosa che riesce a fare con successo.
So che può sembrare assurdo, ma arrivare a comprendere come tutto ciò avviene è una conquista senza prezzo.
Disinnescare tutti i meccanismi limitanti che abbiamo appreso durante i primi anni di vita, è uno dei lavori più ardui e nello stesso tempo più gratificanti che una persona possa compiere.
Per arrivare a questo risultato è necessario imparare ad osservarsi dall’esterno e senza nessun tipo di giudizio; bisogna mettersi in gioco al 100%.
I risultati di un lavoro simile non saranno immediati, ma dopo un po’ di tempo arriveranno senz’altro.
Non è una cosa veloce, non è nemmeno facile, ma posso assicurarvi che ne vale la pena, ci vuole solo un po’ di coraggio… siete pronti a cominciare?
Lettura consigliata: “Il Male e come trasformarlo” di Eva Pierrakos
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